Il negligente, [Norimberga?], s.d.

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 AURELIA e CORNELIO
 
 AURELIA
 Anderà ben, benissimo.
415Con quattro paroline io l’ho incantato.
 
 [lacuna]
 
 (Ma lo farò per me).
 Vederete chi son io,
 d’un galantuom par mio
 non s’ha da dubitar.
 
 SCENA IV
 
 FILIBERTO, PORPORINA, PASQUINO
 
 FILIBERTO
420Manco mal che la sorte mi provede,
 mi ama Aurelia, Cornelio è tutto fede.
 PORPORINA
 Ecco il padron.
 PASQUINO
                              Chiediamogli perdon.
 PORPORINA
 Se vogliamo ottenerlo,
 fingiam d’esser nemici.
 PASQUINO
425E poi in cuccina torneremo amici.
 FILIBERTO
 Io far l’agiustamento?
 Non lo faccio in due anni. Oh che tormento!
 PORPORINA
 Signor padron.
 PASQUINO
                               Signor padrone mio.
 PORPORINA
 Io vi chiedo perdono.
 PASQUINO
430Pietà Pasquin vi chiede.
 PORPORINA
 Io vi baccio la man.
 PASQUINO
                                      Vi baccio il piede.
 FILIBERTO
 Temerari! Bricconi!
 PORPORINA
 Signor, io non volevo.
 È stato lui.
 PASQUINO
                       È stata lei che ha detto:
435«Piglia, piglia Pasquino».
 PORPORINA
 Non è ver, malandrino;
 sei stato tu; colui è un disgraziato,
 mezo il vin della botte ha tracannato.
 PASQUINO
 Lei fa l’amore con tutti
440e giù per il balcon cala i presciutti.
 PORPORINA
 Elli ha venduta la legna.
 PASQUINO
                                              E la farina
 chi l’ha mandata via?
 PORPORINA
 Ti vo’ scoprir.
 PASQUINO
                            Ti voglio far la spia.
 FILIBERTO
 È bella la canzone;
445e si suona alle spalle del padrone.
 PORPORINA
 Io sono fidatissima.
 PASQUINO
 Io sono onoratissimo.
 PORPORINA
 Caro il mio padroncin.
 PASQUINO
                                            Padron carissimo.
 FILIBERTO
 Orsù, per non far torto all’uno o all’altro,
450giacché ha fatto ciascun le parti sue,
 vi licenzio di casa tutti due.
 PASQUINO
 Senti, per causa tua.
 PORPORINA
                                        Per te, briccone.
 Senta, signor padrone,
 per sgravio di coscienza,
455il povero Pasquin, sappia, è innocente;
 e quel che ho detto non è vero niente.
 FILIBERTO
 Buono.
 PASQUINO
                 Signor padrone,
 una parola in grazia.
 Per rabbia ho detto mal di Porporina,
460peraltro ella è innocente, poverina.
 FILIBERTO
 Meglio! Ma io vi credo
 due furbi belli e buoni.
 PASQUINO
 Uh! cosa dite?
 PORPORINA
                             Il ciel ve lo perdoni.
 FILIBERTO
 Io non mi fido più.
 PASQUINO
                                      Sarò fedele.
 PORPORINA
465Fedel sarò, sull’onor mio lo giuro.
 PASQUINO
 Sulla mia pudicizia io v’assicuro.
 FILIBERTO
 Se mando via costoro,
 a trovarne altri due sarò impicciato.
 Orsù v’ho perdonato
470per questa volta ma se un’altra arriva...
 PORPORINA
 Oh caro!
 PASQUINO
                   Oh benedetto!
 A DUE
                                                E viva, e viva.
 FILIBERTO
 
    Basta, basta, fermi state,
 maledetti, mi stroppiate.
 Tocca, tocca, se tu vuoi;
475va’ a scherzar co’ pari tuoi.
 Porporina, sarai buona?
 Sarai fida al tuo padrone?
 Insolente, mascalzone,
 io ti voglio bastonar.
 
480   Le carezze di una donna,
 benché serva, non fan male;
 ma tu sei un animale,
 non ti voglio sopportar.
 
 SCENA V
 
 PORPORINA e PASQUINO
 
 PASQUINO
 Per questa volta è andata bene.
 PORPORINA
                                                           In grazia
485del mio giudizio.
 PASQUINO
                                  Sì, gioia mia bella,
 tu sei una ragazza
 che può star, per dottrina, in paragone
 d’Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.
 PORPORINA
 Tutto ho fatto per te.
490Peraltro in vita mia,
 io non so d’aver detta una bugia.
 PASQUINO
 Dunque mi porti amore?
 PORPORINA
 Ti amo con tutto il cuore.
 PASQUINO
 Dunque tu mia sarai?
 PORPORINA
495Sì, Pasquino, sarò tua se mi vorrai.
 PASQUINO
 Se ti vorrò? Cospetto!
 Non bramo altri che te.
 Per quel tuo bel visino
 lascerei la minestra, il pane, il vino.
 PORPORINA
500Ma quando mi darai...
 PASQUINO
                                            Cosa?
 PORPORINA
                                                          La mano.
 PASQUINO
 Eccola, se la vuoi.
 PORPORINA
 La prenderei ma poi...
 PASQUINO
 Ma poi? Di che hai paura?
 PORPORINA
 Che tu mi dica il ver non son sicura.
 PASQUINO
505Vuoi che ti mostri il cuor? Dammi un cortello;
 voglio spaccarmi il petto;
 voglio mostrarti il cuor.
 PORPORINA
                                             No, poveretto!
 Lo so che mi vuoi bene;
 ma un po’ di gelosia mi dà martello.
 PASQUINO
510Maledetta disgrazia è l’esser bello.
 PORPORINA
 Quei cari e bei occhietti
 saranno tutti miei?
 PASQUINO
                                      Sì.
 PORPORINA
                                              Non m’inganni?
 Posso prestarti fé?
 PASQUINO
                                     Sì.
 PORPORINA
                                             Tu mio sposo
 esser dunque vorrai?
 PASQUINO
                                          Sì, bel visetto.
 PORPORINA
515Oh che bella fortuna, oh che diletto!
 
    Ohimè, che fuor del petto
 mi vien sul labbro il cuor;
 ma su quel bel labbretto
 veggo il tuo cuor ancor.
 
520   Dammi il tuo cuore, oh dio!
 Pigliati, o caro, il mio,
 piglialo, che tel dono,
 dammelo per pietà.
 
    Cosa farai del mio?
525Del tuo cosa farò?
 Perché fedel son io,
 il tuo lo serberò.
 
    Tu che pietà non hai
 me lo strapazzerai,
530no, no, per carità.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO e DORINDO
 
 DORINDO
 Ehi, Porporina, udite...
 PASQUINO
 Signor, cosa comanda
 da Porporina?
 DORINDO
                             Che vuoi tu sapere?
 Va’ via, bruto villano.
 PASQUINO
535Cos’è questo villano?
 Cos’è questo va’ via?
 Cosa pretende lei?
 DORINDO
                                     Quel che mi pare.
 PASQUINO
 Con grazia, padron mio,
 lo vo’ saper anch’io.
 DORINDO
540Tu non devi saper quello che passa
 fra Porporina e me. (Non vo’ ch’ei sappia
 che qui Lisaura aspetto).
 PASQUINO
 Porporina dev’esser moglie mia;
 mi maraviglio di vossignoria.
 DORINDO
545Mi voglio divertir con questo sciocco.
 Porporina tua sposa?
 Credemi, l’hai sbagliata;
 è la mia innamorata.
 PASQUINO
                                         Come? Oh diavolo!
 Non può star, non sarà né posso credere.
550Mi vuol ben, me l’ha detto e l’ha giurato.
 DORINDO
 Di te gioco si prende e t’ha scherzato.
 PASQUINO
 Ah bugiarda! Oh maliarda!
 Adesso, adesso intendo
 perché quando gli ho detto
555di far il matrimonio di nascosto
 la furba m’ha risposto:
 «Così non è permesso».
 Femine traditore, ingrato sesso!
 
    Dunque è vostra innamorata?
560Maledetta, disgraziata!
 Creppa, schiatta, va’ in malora;
 aver ben non posso un’ora.
 Dunque è ver che vi vuol bene?
 Ti strassini le catene,
565infedele, bugiardazza,
 bruta, strega, villanazza.
 Venga un’orsa a petenarti,
 a strapparti quel toppè.
 
    Parto, signore,
570ma voi pensate
 quello che fate;
 quell’incostante
 non merta amore,
 credete a me.
 
 SCENA VII
 
 DORINDO, poi LISAURA
 
 DORINDO
575Sentimi, non è ver, quasi mi spiace
 aver dato al meschin sì gran cordoglio.
 So per prova qual sia
 il tormento crudel di gelosia.
 Ma ecco la mia bella
580che a beare mi vien co l’occhi suoi.
 LISAURA
 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
 Tutti siamo traditi; ho discoperta
 una barbara trama.
 Di spogliar Filiberto oggi si brama.
585Cornelio, il conte e ser Imbroglio uniti
 al vostro genitor fanno la lite.
 Dimani si farà l’aggiustamento;
 e il caro negligente,
 a Cornelio affidato,
590ch’è l’impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
 Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s’è mosso
 e di voi e di me; quello che stese
595la scrittura per noi del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque che sarà?
 DORINDO
                                      Vi ho rimediato;
 vo’ che l’inganator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
 che da vostro genitore
600sottoscriver facciate questa carta.
 S’egli, ch’è negligente,
 senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
 scherniremo Cornelio e ser Imbroglio.
 LISAURA
605Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene;
 profittarsi conviene
 della sua negligenza.
610Ditegli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto;
 e vi metta il suo nome; e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d’un inganno
 esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate.
615Questa è l’ultima moda;
 l’inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    La speranza di quest’alma
 mi promette ogni contento
 ed allor che più pavento,
620mi ritorna a lusingar.
 
    L’amor mio con esso vive
 e per lui soffre costante
 quelle pene che un amante
 è costretto a tolerar.
 
 SCENA VIII
 
 LISAURA sola
 
 LISAURA
625Si può sentire iniquità più grande!
 Attendete, indegni,
 il gastigo del ciel; un tanto eccesso
 punito resterà; vediam ben spesso
 sopra del traditor cader l’inganno.
 
 SCENA IX
 
 AURELIA, poi PASQUINO
 
 AURELIA
630Del cor di Filiberto
 sono quasi sicura;
 ma Lisaura, Pasquino e Porporina
 non mi ponno vedere.
 La politica vuole
635ch’io me li renda amici,
 perché i disegni miei riescan felici.
 Ecco Pasquin. Con questo,
 ch’è alquanto baccellone,
 incomincio a provar la mia lezione.
 PASQUINO
640Ingrata Porporina,
 ladra, cagna, assassina!
 AURELIA
 Pasquino, e con chi l’hai?
 PASQUINO
 Oh non ti avessi conosciuta mai!
 AURELIA
 T’han fatto qualche insulto?
 PASQUINO
                                                     Sì, m’han fatto
645quello che far usate
 voialtre feminacce indiavolate.
 AURELIA
 Sei forse innamorato?
 PASQUINO
 Così fossi appiccato.
 AURELIA
 Forse tradito sei?
 PASQUINO
650Così il diavol portasse via colei.
 AURELIA
 Oh povero Pasquino
 che sei tanto bellino!
 Se tu volessi un po’ di bene a me,
 tutto questo mio cuor saria per te.
 PASQUINO
655Eh mi burlate.
 AURELIA
                              No, credimi, o caro,
 che il mio labbro è sincero.
 PASQUINO
 (Se dicesse da vero,
 vendicar mi potrei di Porporina).
 AURELIA
 Dammi la tua manina.
 PASQUINO
660Se ci vede il padron, cosa dirà?
 
 SCENA X
 
 FILIBERTO, PORPORINA e detti
 
 AURELIA
 Non importa; vien qua,
 fra noi s’ha da giustare;
 eh si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 Obbligato!
 PASQUINO
                       Sì sì, vada in malora
665lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
 Bravissimo!
 AURELIA
                          È noioso
 il signor Filiberto agl’occhi miei.
 PASQUINO
 Dir non posso di cuor mia colei.
 AURELIA
 Tu sei sì graziosetto.
 PASQUINO
670(Sì, quello è un bel visetto).
 AURELIA
 Se parlassi di cuor...
 PASQUINO
                                        Se vi degnaste...
 AURELIA
 Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m’impegno.
 FILIBERTO
 (Femina scelerata!)
 PORPORINA
                                       (Oh cuore indegno!)
 AURELIA
 
    Allegri e contenti
675ci amiam di buon cuore.
 
 PASQUINO, AURELIA A DUE
 
 Più dolce è l’amore
 novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
    Che voglia mi viene
 d’andarli a scanar.
 
 AURELIA
 
680   Eh vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
 Eh vada la serva...
 
 A DUE
 
 A farsi squartar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegna!
 
 PORPORINA
 
                       Briccone!
 
 A DUE
 
 Si tratta così?
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
685   (Non v’è più rimedio,
 già tutto sentì).
 
 PORPORINA
 
    Con voi, sfacciatella,
 mi voglio sfogar.
 
 AURELIA
 
    Con te, bricconcella,
690non voglio gridar.
 
 FILIBERTO, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegno! Briccone!
 Ti vo’ bastonar.
 
 PASQUINO
 
695   Non curo il padrone,
 mi vo’ vendicar.
 
 AURELIA, PORPORINA A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 A QUATTRO
 
    Che rabbia che sento!
700Che fiero tormento!
 L’affanno, lo sdegno
 vuol farmi crepar.
 
 Fine dell’atto secondo